Guinigi e Visconti

Per chi ha la fortuna di visitare Lucca, tra le tappe canoniche citiamo sicuramente due icone inconfondibili: La torre Guinigi (la torre alberata che sovrasta l’omonimo Palazzo) e, all’interno del Duomo, il monumento funebre di Ilaria del Carretto (amatissima seconda moglie di Paolo Guingi, morta prematura e il cui monumento funebre fu commissionato a Jacopo della Quercia). Perché li citiamo? Perché il filo conduttore di questi elementi è la Signoria dei Guinigi o, più nello specifico, la figura di Paolo Guinigi. Contestualmente vogliamo citare anche il Castello Visconteo di Pavia, fatto erigere da Galeazzo II Visconti nel 1360 e divenuto sede di corte di Giangaleazzo Visconti prima e del figlio Filippo Maria dopo. L’accostamento fra Pavia e Lucca quindi parrebbe azzardato, ma come vedremo dai fatti dell’epoca le due città furono legate fra loro per le vicende di Paolo Guinigi. La numismatica, che spesso sembra materia astratta e a sé stante, ci permette di fare un viaggio con la fantasia negli anni 30 del ‘400. Andiamo!
Nel 1400, Paolo assunse il potere facendosi nominare capitano e difensore del popolo, diventando Signore di Lucca il 21 novembre dello stesso anno. Per la prima volta, dai tempi di Castruccio Castracani, la forma di governo passò da un’oligarchia (che con i suoi limiti comunque rispecchiava i crismi di una certa “Libertas” che con tante risorse fu acquisita e tanto gelosamente veniva custodita) ad una Signoria. Paolo si preoccupò innanzitutto di consolidare il suo potere e a concentrarlo nelle sue mani. Tuttavia, da buon mercante, sentì l’esigenza di ridare respiro e forza all’economia, in special modo a quella legata all’industria della Seta. E’ del 1406 a stesura del “Codice mercantile Guinigiano”: un corpus di leggi che definivano in modo assolutamente moderno e all’avanguardia tutti gli aspetti della gestione societaria (dalla costituzione di nuove forme alla gestione del fallimento). Fu anche Signore del suo tempo ed amò circondarsi di artisti a cui commissionò opere di alto livello, così come allo stesso tempo dette impulso all’edificazione di nuove case e palazzi. In termini di “politica estera” però fu parecchio incerto e debole. Stato confinante con la Repubblica di Firenze, Lucca dovette sempre difendersi dalle mire espansionistiche di quest’ultima che, su altri fronti, trovava continuo scontro anche con il Ducato di Milano e la repubblica di Siena. E’ chiaro quindi come nel pieno rispetto delle politiche di alleanza, Lucca fosse in fraterni rapporti con Milano, Siena e Genova (dapprima per le antiche alleanze contro Pisa, poi per il fatto che Genova all’epoca dei fatti era sotto il dominio dei Visconti). In questo scenario di minacce, nel 1429 Lucca chiede soccorso a Milano per l’avanzata di Firenze verso i territori lucchesi. Filippo Maria Visconti (che ricordiamo essere di natura paranoica e diffidente e ormai isolato all’interno del castello di Pavia) mandò il capo di Ventura Francesco Sforza. Questi, sceso a Lucca nel 1430, riuscì a fare indietreggiare l’esercito Fiorentino. I destini per Paolo Guinigi, tuttavia, non furono rosei. Accusato di tradimento per aver “trattato” coi fiorentini, accusa sollevata da una schiera di Nobili Lucchesi che mal vedevano il potere sempre più accentrato del Signore, Paolo fu arrestato e consegnato a Francesco Sforza che lo relegò nel Castello di Pavia dove morì due anni dopo. A questi fatti adesso affianchiamo un viaggio di fantasia. Mi piace pensare che uno dei soldati milanesi che parteciparono alla campagna di Toscana, potesse avere con sé alcuni Grossi d’argento. Avremmo con molta probabilità trovato, nel suo portamonete, qualche grosso da 3 soldi Milano a nome di Filippo Maria Visconti e qualche grosso di Lucca da 3 Bolognini, oltre a qualche quattrino ovviamente. E magari, al rientro nel ducato di Milano, il cambia valute avesse proprio annotato “monete del Vulto Sancto de Luca”. Forse però non avrebbe notato al Dritto un piccolo simbolo, detto armetta, che recava l’immagine dello stemma dei Guinigi. Le monete all’epoca “parlavano molto”. Su quella Lucchese avremmo trovato al Dritto l’immagine del Volto Santo con la legenda “VVLTVS SANTVS” ed al rovescio la scritta L V C A con la legenda “CAROLVS IMPERATOR”. In pochissime abbiamo chiaro che Lucca era fortemente Cristiana e legata in modo indissolubile alla figura del Volto Santo, ma a tempo stesso con il riferimento a Carlo IV di Boemia, si fa riferimento alla “Libertà recuperata” del 1369. La moneta Milanese ci avrebbe anch’essa confermato la natura Cristiana della città di Milano identificata con Sant’ Ambrogio (la legenda infatti cita S ABROSIV MEDIOLANI), ma al tempo stesso avrebbe ben definito chi fosse al potere in quel periodo: FILIPV MARIA DVX MEDIONALI 3C in legenda al Dritto dove troneggia centrale lo stemma Visconteo.
Cosa c’entrano quindi la torre Guinigi, il monumento funebre di Ilaria del Carretto ed il castello visconteo di Pavia? La risposta è semplice: quando visitiamo una città, un borgo, un castello, oppure quando guardiamo un quadro o ammiriamo una moneta impariamo a guardare con attenzione certi particolari. Spesso quelli che sembrano “decori” sono vere e proprie simbologie. Messaggi che aiutavano, ed aiutano, lo spettatore ad identificare usi, costumi, ruoli e poteri del luogo. E se quindi doveste passare di fianco a Palazzo Guinigi a Lucca o al Castello Visconteo a Pavia, abbiate la premura di soffermarvi un attimo a pensare che quei luoghi che oggi sembrano silenti guardiani del tempo, in un’epoca lontana sono stati i testimoni di fatti che hanno cambiato, direttamente o marginalmente, la storia.